curiosità sportive

torna menù olimpiadi modernei
SEOUL  1988  XXIV

FOTOI Giochi olimpici estivi del 1988 si calano in una cultura che conta più di 5.000 anni. Fondata nel XI secolo, Seoul si chiamava Gyeong Seong e le tracce dell’antico impero di cui era la capitale sono ancora visibili. Seoul è una metropoli di oltre 10.000 milioni di abitanti, situata nella vallata boschiva del fiume Han. Questo paese, carico di un grande passato storico, voleva accogliere i Giochi soprattutto per rendere partecipe tutto il mondo della sua buona volontà e di quanto realizzato negli ultimi decenni, dopo la fine della guerra tra le due Coree, avvenuta nel 1953.
L’assegnazione di città olimpica (ottenuta nel 28 settembre 1981) viene subito seguita (28 novembre) dalla designazione da parte dell’ Asian Games Federation Council di Città organizzatrice anche dei “X Giochi Asiatici”. Questa duplice riconoscenza tende a modificare notevolmente i rapporti, già tesi, con la Repubblica Popolare Democratica del Nord, riconoscendo di fatto una superiorità della Corea del Sud sotto l’aspetto politico, economico, sociale e diplomatico. E la reazione della PRK si fa presto sentire (con la retorica socialista tipica del tempo) affermando che la Corea del Sud non saprà organizzare i Giochi, che l’aggiudicazione a Seoul è una scusa per vantaggi economici e politici e che organizzare entrambi i Giochi (olimpici ed asiatici) esclusivamente nella capitale del Sud è chiaro segno di imperialismo ed anticomunismo.
Dopo vari negoziati ed incontri ufficiali tra le due Coree su convocazione del presidente del CIO, Samaranch, nel maggio del ’88, la PRK conferma il boicottaggio, cui partecipano anche altri 7 paesi, che rinunciano così alle Olimpiadi.FOTO
Il tema di tutte le celebrazioni è quello dell’armonia tra gli uomini e tutti i coreani pregano pubblicamente perché i Giochi possano svolgersi in modo regolare in un clima di pace. Uno dei momenti più toccanti della cerimonia di apertura, è l’interpretazione del bambino e del cerchio - che mostra un giovane di otto anni che spinge il cerchio della speranza attorno allo stadio.
I Coreani hanno deliberatamente bandito l’elettronica e la tecnologia più spinta per comunicare il calore della loro accoglienza in modo più diretto, anche con la silhouette dei figuranti che sono serviti a formare le lettere della parola “welcome”.
E così per la prima volta la fiamma olimpica brilla sul continente asiatico; era stata accesa al tempio di Héra ad Atene, poi trasportata via aereo attraverso lo Stato del Bahrein a Bangkok e poi fino all’isola situata all’estremità sud della Corea, con 25.000 teofori che si sono alternati in 22 giorni, per percorrere 4.000 chilometri.

Ed è momento altamente suggestivo e ricco di ricordi quando Son Kee-chung (vincitore della maratona del 1936 a Berlino) entra con la torcia olimpica nello stadio: a Berlino, aveva partecipato e vinto con un nome giapponese, in quanto la Corea era occupata dai giapponesi; questa volta, sotto i colori del suo paese natale, la Corea del Sud, consegnerà la fiamma all’ultimo teoforo - Chun-Ae Lim – per accendere il braciere che brucerà per 16 giorni e 16 notti.

FOTO

I Sud Coreani hanno speso 3 miliardi di dollari per assicurare il massimo confort. Il fiume Han, fortemente inquinato, viene bonificato per accogliere in grande bellezza le prove di canottaggio e di wind-surf. Seoul ha riservato ai Giochi un’area di 300 ettari e costruito 11 installazioni speciali – palazzetti dello sport, un velodromo, campi da tennis, un centro per la scherma, un centro per il sollevamento pesi, un palazzetto per la pallacanestro, ed uno stadio olimpico da 100.000 posti. Tutto ex-novo. Inoltre il parco olimpico offre una straordinaria collezione di sculture realizzate da grandissimi artisti.
Ben 9.627 atleti – numero record - arrivati da 160 Paesi sono venuti a vivere lo spirito olimpico di Seoul. Si tratta dei primi Giochi, dopo sedici anni, dove praticamente tutte le grosse realtà sportive vi partecipano. Vengono aggiunte altre prove tra cui il tennis, il tennistavolo, il taekwondo, il baseball, il badminton, ed il judo femminile.
Sono i giochi dell’ Unione Sovietica che conquista 130 medaglie, seguita dalla Germania dell’Est e dagli Stati Uniti; ma sono anche i Giochi del Suriname, paese di mezzo milione di abitanti, che conquista una medaglia di oro (con Anthony Nesty nel nuoto).
E proprio in questa specialità si mettono in mostra due grandi campioni: il ventiduenne americano Matt Biondi, che si porta a casa sette medaglie con quattro record mondiali (cinque ori, un argento ed un bronzo), e la tedesca dell’Est Kristin Otto che vince sei medaglie doro anche se fortemente sospettata di uso di sostanze illecite. E nel nuoto chiude qui la sua prestigiosa carriera il russo Vladimir Salnikov, atleta di grandissimo talento, sicuramente il più grande mezzofondista di tutti i tempi. Si era fatto notare ancora alle olimpiadi di Montreal, ove a sedici anni demoliva il record europeo, poi conquistava tre medaglie di oro a Mosca, ed assente per boicottaggio a Los Angeles, si presenta a questa Olimpiade, allenato dalla moglie insegnante di educazione fisica, per strapazzare in una mitica finale, sul filo dei centimetri il tedesco occidentale Pfeiffer ed il tedesco orientale Dassler. Dopo aver demolito 13 primati mondiali nella sua carriera, ora all’età di 28 anni, chiude per indossare i panni dell’allenatore.
FOTOIl canadese Ben Johnson stabilisce il record del mondo sui 100 metri ma risulta positivo nel test degli steroidi: è il primo atleta eccellente ad essere squalificato e questo farà grande scalpore. L’americano Carl Lewis viene proclamato vincitore ufficiale della specialità e risulterà primo atleta uomo a vincere due volte i 100 metri e anche primo atleta in assoluto a vincere due medaglie d’oro nel salto in lungo. Nell’atletica femminile la sprinter americana Florence Griffith-Joyer guadagna tre ori ed un argento mentre sua cognata Jackie-Kerse vince sia l’eptathlon che il salto in lungo. Fortemente sospettata di uso di sostanze illecite la Griffith, a pochi mesi dalla fine dei Giochi, si ritira dalle scene agonistiche e muore improvvisamente, in modo ancora misterioso, nel 1998. E vince nell’asta, finalmente, il suo primo oro olimpico, Sergey Bubka, il più forte in assoluto di tutti i tempi.
Dopo 64 anni il tennis ritorna e la tedesca dell’Ovest Steffi Graf riporta il titolo e quando arriva a Seoul ha già battuto Martina Navratilova agli Internazionali di Francia e Chris Evert agli Internazionali d’Australia. In questo torneo, di grandissimo livello, risulterà seconda la “muy guapa” argentina Gabriela Sabatini.

Nel tennis tavolo nel singolo maschile due sud coreani (Nam-Kyu Yoo e Ki-Taik Kim) ai primi due posti, mentre nel doppio maschile la Cina è prima seguita dalla Yugoslavia e dalla Corea; nel settore femminile il singolo dà i primi tre posti alla Cina (Jing Chen, Huifen Li, Zhimin Jiao) mentre nel doppio si rifà la Corea, seguita dalla Cina e dalla Yugoslavia.
I sollevatori pesi sovietici riportano sei delle dieci prove ed i lottatori sovietici trionfano in otto prove su venti.
La vittoria del cinese Lou Yun (salto del cavallo in lungo) e quella del tedesco dell’Est Holger Behrendt (anelli) sono gli unici ori che sfuggono ai Russi nella ginnastica maschile. Nel settore femminile la sovietica Yelena Shushunova vince nel concorso individuale con uno scarto di 0,025 sulla rumena Silvas.
Nei 1.000 m. match sprint femminile Christa Rothenburger, Germania dell’Est, è argento: aveva vinto l’oro nell’84 a Sarajevo nel pattinaggio e ancora l’oro e l’argento, in due prove, sempre di pattinaggio, nell’88 a Calgary; diventa l’unica atleta nella storia olimpica a guadagnare medaglie sia nelle Olimpiadi invernali che estive nello stesso anno. A partecipare alle Olimpiadi estive era stata convinta dall’allenatore, suo marito!
I tre vincitori di medaglie nel lancio del martello nel 1980, i russi Yuri Sedykh (oro anche nel ’76), Sergei Litvinov e Juri Tamm, vincono medaglie anche nel 1988.
FOTONei tuffi lo statunitense Greg Louganis vince dal trampolino e dalla piattaforma, ma nelle prove preliminari sbatte la testa e insanguina l’acqua: sarà sgomento per gli avversari quando, qualche anno dopo, dirà di essere affetto da Aids.
La schermitrice svedese Kerstin Palm partecipa - prima atleta - a ben sette Olimpiadi! (aveva cominciato a Tokyo ’64)
E per la prima volta i tre vincitori nel dressage equestre sono atlete donne.
Dopo i facili successi delle ultime due edizioni a Seoul per l’Italia è la prova delle verità; e tutto sommato le cose non vanno male con i sei ori conquistati. Sicuramente la vittoria più bella viene nella gara immagine dell’Olimpiade: la maratona. La sigla Gelindo Bordin , che, rimessosi da un terrificante incidente di auto nell’81 a Verona, riesce su un percorso super affollato e protetto da 36.000 poliziotti, a centrare un difficile quanto insperato bersaglio. Partito un po’ in sordina, dopo aver rimontato atleti ben più accreditati (tra cui il keniano Douglas Wakiihuri ed il giapponese Takeyuki Nakayama) vede a tiro l’ultimo ostacolo: l’atleta del Gibuti, Houssein Saleh, che, ormai stanco e sfiduciato, capisce dal sorriso di Bordin, che sta sopraggiungendo, che per lui non c’è più niente da fare.
Una volta tagliato il traguardo, inginocchiato, Gelindo bacia il terreno che lo ha rende famoso. “Gli ultimi due chilometri sono stati una guerra. Non riesco a gioire dalla stanchezza” dirà subito alla stampa. Sei mesi più tardi gelerà il mondo sportivo dichiarando il suo ritiro, ma il giorno dopo ricorderà che il giorno della dichiarazione, era il ….primo di Aprile.
Dal canottaggio ben due sono gli ori con i fratelli FOTOAbbagnale protagonisti: Giuseppe e Carmine oltre al timoniere Peppino Di Capua, si riconfermano nel “due con” mentre un terzo fratello, Agostino, assieme a Piero Poli, Davide Tizzano e Gianluca Farina vince nel “quattro di copia”. Anche dal pugilato la massima riconoscenza con Giovanni Parisi che – dopo esser calato ben otto chili per entrare nella categoria pesi piuma - con un gancio sinistro, spedisce al tappeto il romeno Daniel Dumitrescu. E sono cure dimagranti anche per il lottatore Vincenzo Maenza, che di chili ne perde quasi dieci, per rientrare nella categoria dei 48 chili: ma il gioco vale ben la candela, perché il romagnolo riconferma il successo di quattro anni prima e stacca l’oro.
Non sono tutte corrette le decisioni arbitrali nella scherma maschile e ci consolano, nel fioretto, l’oro di Stefano Cerioni (che rientrava dopo 15 mesi di squalifica per avere insultato un giudice ai campionati mondiali nell’86), i bronzi nella sciabola di Giovanni Scalzo prima nell’individuale e poi nel torneo a squadre. Anche le donne del fioretto portano l’argento nel torneo a squadre con Francesca Bortolozzi, Annapia Gandolfi, Lucia Traversa, Dorina Vaccaroni, Margherita Zalaffi.
E dal pentathlon moderno ancora due medaglie anche se di argento (e non di oro come a Los Angeles) con Carlo Massullo sempre protagonista