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TOKYO 1964  -  XVIII

Tokyo era stata scelta città olimpica dei Giochi del 1940 alla Sessione del CIO di Oslo nel 1935. Ma a seguito della guerra cino-giapponese la città aveva dovuto cedere l’organizzazione dei giochi – che alla fine non ebbero luogo - al Helsinki. Nel 1959 la capitale giapponese aveva rinnovato la sua candidatura ed il risultato di voto le fu nettamente favorevole contro le altre avversarie, Detroit, Vienna e Bruxelles.
FOTOIl Giappone non risparmia sacrifici per questa grande occasione che fa svolgere questi primi giochi Olimpici sul suolo asiatico e mmmm, facendone una questione di prestigio nazionale, stanzia oltre due miliardi di dollari. mmm  Vengono realizzati un nuovo albergo di 18 piani, una nuova autostrada, ed un villaggio olimpico di tutto rispetto; anche molte nuove sedi di gara, sia all’aperto che al chiuso, con architetture di prestigio e di avanguardia, accompagneranno lo svolgimento di questi Giochi. Simbolo di questa architettura moderna e futuribile sarà la piscina coperta, opera dell’ architetto Kenzo Tange, più volte premio internazionale, nonché diploma olimpico del CIO.
Non vi partecipa il Sud-Africa in quanto la situazione della discriminazione razziale in questo paese si è fatta pesante, soprattutto dopo la condanna all’ergastolo nel ’62 di Nelson Mandela. Solo il Presidente del Comitato olimpico sudafricano, Kloepper, che aveva preso le distanze dalle linee del governo, sempre più segregazionista sperava di comporre le parti in seno al CIO. Inoltre, sotto la direzione del poeta Tennis Brutus, sorge in Sud Africa un “Comitato olimpico non razziale” che chiede, cosa impossibile per la Carta Olimpica, l’ammissione al CIO. Di fronte alle risposte evasive del Sud Africa su di una serie di ultimatum, per garantire la partecipazione di atleti di colore, si arriva alla sua esclusione dai Giochi di Tokyo.
Intanto, come banco di prova per tutti i nuovi paesi emergenti, che chiedevano la partecipazione alle Olimpiadi, venivano organizzati, sotto il patrocinio del CIO i “Giochi Regionali”; (nel 1921 i “giochi dell’estremo oriente”, poi i “giochi americo-latini” , e ancora i “giochi africani”, i “giochi mediterranei”…); e su quest’ottica nell’estate del ’62 si dovevano svolgere in Indonesia i “giochi Asiatici” cui erano escluse Israele e Taiwan. Per questa esclusione, il CIO proponeva un nome diverso “Jakarta Games” con le ire soprattutto di Sukarno, presidente indonesiano.FOTO Questi, irritato per l’interferenza del CIO, lancia subito in Indonesia, nel ‘63, la prima edizione dei Giochi GANEFO (Games New Emerging Forces) che avevano come obiettivo principale la contrapposizione al movimento olimpico. I giochi GANEFO erano sostenuti, tra l’altro, da paesi arabi, orientali, asiatici, Cina Popolare, Unione Sovietica, Corea del Nord, Irak…Immediata l’opposizione del CIO che dichiarava squalificati dal movimento olimpico tutti gli atleti che vi avrebbero partecipato. Per protesta Indonesia e Corea del Nord ritirano dalle Olimpiadi di Tokyo le loro squadre (anche se in effetti gli atleti sospesi erano solo 6 su 180).
Anche la Cina Popolare, che si era isolata dal mondo politico e sportivo, uscendo addirittura dal movimento olimpico, non è presente; mentre la Germania dell’Est che aveva fatto richiesta di entrare nel CIO fin dal ’54 dovrà ancora attendere, anche perché la realizzazione del muro di Berlino, nell’agosto del ’61, aveva peggiorato la sua posizione.
In contropartita 17 nuovi paesi africani, da poco indipendenti (e che avevano fatto sentire la loro voce a proposito del Sua Africa in seno di votazione), partecipano per la prima volta alle Olimpiadi.
La cerimonia di apertura, presieduta dall’ l’Imperatore Hiro-Hito, è seguita da più di 80.000 spettatori riuniti nello stadio, mentre milioni di telespettatori sono raggiunti per la prima volta, via etere, dal satellite Telstar.
Ed è momento impregnato di ricordi e di simbolismo quando lo studente diciannovenne, Yoshinori Sakai, accende la fiaccola olimpica nello stadio: era nato in vicinanza di Hiroshima, lo stesso giorno in cui la bomba atomica cadeva sulla città. Durante le cerimonia di apertura, inoltre, cinque aerei disegnano nel cielo, proprio sopra lo stadio, i cinque cerchi olimpici, segno di fratellanza.
Questi Giochi sono anche testimoni di un lieto evento: due atleti bulgari, la saltatrice in lungo Diana Yorgova ed il ginnasta Nikolai Prodanov si uniscono in matrimonio con una cerimonia, semplice ma decorosa, al villaggio olimpico.FOTO
Il Neo-Zelandese Peter Snell, campione olimpico a Roma, riporta nuovamente la vittoria negli 800m. e si aggiudica anche la medaglia di oro sui 1.500m.; Abele Bikila, l’Etiope che aveva vinto a Roma a pedi nudi, rivince per la seconda volta – unico atleta – la prova della Maratona; ma questa volta con scarpe ai piedi.
E nelle corse veloci gli atleti americani si riprendono il gradino più alto del podio con Herry Carr nei 200m e Robert Hayes nei 100m., che trascinerà poi i compagni nella staffetta 4X100, con due record mondiali.
Spettacolo e prestazioni di altissimo livello dalle ginnaste femminili: la cecoslovacca Vera Caslavaska vince tre medaglie d’oro ed una atleta eccezionale, la sovietica Larisa Latynina, lascerà il Giappone riportando altre sei medaglie. Questa atleta con 18 medaglie complessive, di cui tre nella stessa disciplina – gli esercizi di ginnastica al suolo – in tre olimpiadi consecutive (1956 – 1960 – 1964) riporterà il palmarès più impressionante della storia olimpica.
La rumena Iolanda Balas raccoglie la sua seconda medaglia di oro nel salto in alto raggiungendo la considerevole altezza di 1 m. 90; ed anche le russe Tamara e Irina Press si riconfermano (la prima nel disco e nel peso e la seconda nel pentathlon).
FOTOIn otto su dieci specialità del nuoto maschile sono stabiliti record mondiali. L’americano Donald Schollander (tre ori) e l’australiana Dawn Fraser (terza vittoria consecutiva nei 100m. stile libero) si spartiscono titoli e medaglie. La Fraser sarà bloccata per aver “preso in prestito”, come ricordo di Tokyo, una bandiera dal palazzo dell’Imperatore; prodezza che le costerà la squalifica per dieci anni.
Anche il vogatore russo Vyac éslao Ivanov vince la gara di iole singola per la terza volta.
L’americano Al Oerter lo imita nel disco, pur con un attacco cervicale che lo costringe ad indossare un collare e con la lacerazione di una cartilagine costale avvenuta una settimana prima della gara.
Il pallanuotista ungherese Dezso Gyarmati guadagna la sua quinta medaglia consecutiva mentre il lottatore (greco-romana) Imure Polyak finalmente si copre d’oro dopo essere arrivato secondo nelle ultime tre Olimpiadi.
Due eventi insoliti si verificarono nel ciclismo: all’arrivo della corsa su strada (vinta dall’italiano Mario Zanin) in 16 centesimi si classificarono 51 corridori mentre sulla prova di velocità su pista l’italiano Giovanni Pettenella ed il francese Pierre Trentin stabiliscono il record di surplace con 21 minuti e 57 secondi.
La corsa più drammatica si ha nei 10.000m. ove l’americano Billy Mills supera il tunisino Mohamed Gammondi in un lungo testa a testa che permette ad entrambi (tra l’altro sconosciuti) di battere i loro migliori tempi per più di 45 secondi.
FOTOLa pallavolo ed il judo sono ammesse per la prima volta. In quest’ultimo sport, i giapponesi dominano, ovviamente, in tutte le categorie ad esclusione di quella “open” che viene vinta, con uno shock generale per i nipponici, dal gigantesco olandese Anton Geesink.
Sotto il piano grafico le Olimpiadi giapponesi presentano, per la prima volta, grandi novità. Gli organizzatori avevano invitato i giovani artisti a proporsi sul marchio olimpico. E Yusaka Kamekura stabilisce una unità tematica visuale tra poster, immagini pubblicitarie, segnalazioni, biglietti; cioè tutto quanto riguarda la manifestazione a livello di grafica. Questo concetto caratterizzerà in seguito tutti i futuri Giochi olimpici e Kamekura riuscirà, con l’introduzione del crittogramma, a legare tutte le immagini relative all’evento.
E per la prima volta viene istituito dal CIO il premio “fair-play” che sarà assegnato a due velisti (gli svedesi Lars Gunar e Stig Lennart Kall) che avevano rinunciato alle loro possibilità di successo, per soccorrere due concorrenti che avevano “scuffiato”.
E per l’Italia è ancora il ciclismo a dare le massime soddisfazioni. Nella gara di velocità Il veronese Giovanni Pettenella la spunta sul padovano Sergio Bianchetto, che sarà oro nel tandem con Angelo Damiano; e nella prova individuale in linea Mario Zanin mette al collo la medaglia più prestigiosa con una volata tiratissima.
FOTOAltria argenti arrivano dal chilometro da fermo e dalla prova a cronometro a squadre. Anche nella ginnastica, dopo 32 anni, arriva l’oro (corpo libero maschile) per merito di Franco Menichelli che tra scroscianti applausi si impone sul giapponese Yukio Endo parimerito con il russo Viktor Lisitsky; per l’atleta romano sarà anche argento negli anelli (con giuria a favore dell’idolo di casa Takuji Hayata) e bronzo nelle parallele. Oltre alle medaglie del pugilato (ori per Fernando Atzori nei mosca e per Cosimo Pinto nei mediomassimi oltre al bronzo di Silvano Berini e di Franco Valle) e del tiro al piattello (oro per Ennio Matterelli) una medaglia certamente prestigiosa proviene dalla marcia 50 chilometri. Qui Abdon Pamich ,31 anni di Fiume, che è seguito e confortato da Pino Dordoni, conquista il massimo titolo dopo una gara incerta e sofferta anche per una imprevista crisi intestinale che lo attanaglia dopo metà gara. Ed è “soltanto” di bronzo nei 400 ostacoli la medaglia che porta a Padova Salvatore Morale che nulla può contro il britannico John Cooper (stesso tempo) e contro lo statunitense Warren Cawley, record del mondo. E queste olimpiadi vedono l’esordio di un italiano che farà parlare a lungo di se: si tratta del diciassettenne Klaus Dibiasi che conquista l’argento nella gara di tuffi specialità piattaforma da 10 metri.