curiosità sportive

torna menù olimpiadi modernei

1928 AMSTERDAM

Nel 1925 durante il Congresso di Praga, Coubertin, vecchio e malato, lascia il CIO e gli subentra il belga Henri de Baillet-Latour. Amsterdam, candidata (fin dal 1920 con altre 13 concorrenti tra cui Los Angeles), e favorita per i Giochi del 1924, si vede assegnare le olimpiadi del 1928 in quanto, nella sessione CIO di Losanna del 1921, gli viene preferita, su pressioni di Coubertin, la città di Parigi. Fin dall’ottobre 1921 è formato un Comitato organizzatore sotto la presidenza del barone Van Tuyll che nel 1924, a settantacinque anni, morirà sostituito da Van der Oye.
I lavori ed i preparativi procedono senza particolari problemi tecnici, a parte la richiesta degli americani, sostenuti dalla IAAF, di realizzare la gara dei 200 metri piani in rettilineo, sconvolgendo così i piani progettuali già approvati; gli organizzatori, abilmente, prolungano la risposta finché i lavori, ormai avanzati, non permettono di soddisfare tale istanza. Intanto il Parlamento olandese rifiuta qualsiasi forma di finanziamento, tanto che la Commissione Esecutiva del CIO, nel 1925, propone di spostare i Giochi a Los Angeles.
Gli avversari di queste olimpiadi, oltre che le solite motivazioni finanziarie, appoggiati anche dalla Chiesa, ritengono immorale sia lo svolgimento dei Giochi di domenica e sia la partecipazione femminile. Per contro, il ministro degli Affari Culturali, il teologo Theodor de Visser si schiera a favore della manifestazione, ma, messo in minoranza, da le dimissioni; tre anni più tardi, però, gli sarà chiesto di pronunciare una preghiera nella cerimonia di apertura.

foto
Giovanni Delise, Giliante d'Este,Valerio Perentin,Nicolò Vittori con timoniere
Renato Petronio, medaglia d'oro nel quattro con

Con de Visser la maggioranza della popolazione è favorevole alle competizioni e la stampa evidenzia il pregiudizio internazionale che sta subendo l’Olanda; anche Coubertin ricorderà, nelle sue memorie, in forma sarcastica, quel particolare momento “…ma, per poco la IX Olimpiade si era trovata in pericolo…i pietisti erano insorti contro il carattere pagano di questa manifestazione ostacolando il voto degli stanziamenti. A questa Olimpiade dunque c’è da attribuire un nuovo record, quello della scemenza?”
Il 9 maggio 1925 compare sulla stampa un appello nazionale per una colletta pro Olimpiade, ed in poco tempo vengono raccolti un milione e mezzo di fiorini, cifra ragguardevole, che permetterà di allontanare il fantasma del trasferimento.
E così i Giochi si svolgono ad Amsterdam, (non per 15 giorni secondo le raccomandazioni del CIO dopo il congresso di Praga del 1925), ma dal 17 maggio al 13 giugno e dal 28 luglio al 12 agosto (con le esposizione di arte dal 12 giugno al 12 agosto); Coubertin, ammalato, non vi partecipa ed invia un messaggio, che sarà letto nella cerimonia di apertura “…io ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito e successivamente aiutato nel compito perseguito da più di quaranta anni attraverso tante difficoltà ed ostilità…”.
Manca il rugby e sono soppresse il tennis ed il tiro (in quanto ritenute discipline professioniste) salvando però il calcio, mentre il pugilato, nel rispetto di una legge locale, viene disputato senza pubblico. Anche la Germania viene riammessa.
Tra le novità formali la consegna delle medaglie, per l’ultima volta, nel giorno di chiusura, la fiamma olimpica sempre accesa durante i Giochi, il lancio di colombe in segno di pace e la sfilata dei partecipanti con Grecia e paese ospitante rispettivamente primo ed ultimo – cosa che avverrà per sempre -.
Vi partecipano 3014 concorrenti ( 290 donne) per 46 nazioni in 109 prove di 14 sport.
Si assiste a grandi exploit di paesi ritenuti modesti (due ori per l’Argentina nel pugilato ed uno nel nuoto, secondo successo per l’Uruguay nel calcio, prima medaglia d’oro per il Cile nella Maratona, oro per il Giappone nel salto triplo, primo oro per l’India nell’hochey su prato).
Si ripetono vincitori, come in precedenza a Parigi il dentista californiano Clarence Houser (lancio del disco) e, nel nuoto, “Tarzan” Johnny Weissmuller (oro nei 100 metri stile libero e nella Personaleetta 4X200); questi quando si presenta ad Hollywwod per i provini cinematografici era talmente poco conosciuto, nonostante i risultati di Parigi e di Amsterdam, che il produttore, non conoscendolo, gli chiede di accorciare il …nome! .
Nel campo femminile per la prima volta le atlete hanno diritto a partecipare a cinque prove nell’atletica: dopo la vittoria della diciassettenne americana Elizabeth Robinson nei 100m. vi sono generali proteste nelle gare di resistenza quando diverse finaliste degli 800 metri (vinti dalla tedesca Lina Radke) collassano esauste dopo la gara; gli

antifemministi e quanti avevano cercato di boicottare i Giochi, attaccano queste “prove di durata” come pericolose, tanto che il nuovo presidente del Comitato Olimpico Internazione, il belga Baillet-Latour, suggerisce di eliminare dai futuri programmi tutte le prove femminili. Il clamore suscitato è anche divertente, e si arriva, alla fine, con la messa al bando da parte della IAAF, di tutte le gare più lunghe di 200 metri (come in effetti avvenne per 32 anni!).
Nell’atletica si assiste alla disfatta della squadra americana che si salva nelle due Personaleette
foto
foto
e nei 400m. piani vinti dal “toro dell’Arkansas” Raymond Barbuti, di chiare origini italiane; nelle gare veloci (100 e 200 metri piani) trionfa il ventenne canadese Percy Williams, cui, prima delle gare, il suo allenatore, ungeva i muscoli con olio di cocco e faceva indossare tre tute per tenere i muscoli ben caldi; due anni più tardi sarà comunque recordman del mondo nella breve distanza.
Nelle lunghe distanze il dominio è finlandese con Harri Larva re dei 1.500, Ville Ritola vincitore dei 5.000, Toivo Loukola primo sui 3.000 siepi e sua
maestà Paavo Nurmi trionfatore dei 10.000 (nona medaglia d’oro) che conquisterà anche due argenti (5.000m. e nei 3.000 siepi).
Anche nella ginnastica vi è la prima partecipazione femminile con Olanda e Italia rispettivamente prime e seconde negli esercizi combinati. In questo sport comincia ad emergere la grazia e la bellezza, elementi che accompagneranno il futuro di queste competizioni.
L’ambiente che anima questi Giochi è di grande simpatia e fraternità ed il suo clima viene meglio
foto
spiegato da quanto capitato al vogatore australiano Henry Pearce: a metà della sua prova, nei quarti di finale, smette di remare per permettere ad una famiglia di anitre di attraversare, in fila indiana, la sua corsia di acqua; vince comunque la prova e in seguito sarà medaglia d’oro.
Nel 1928 inizia una serie di ori per l’Ungheria che vince la prima di sette medaglie consecutive nella sciabola a squadre (tra il 1924 e il 1964 il team di sciabola ungherese vincerà 46 incontri ininterrottamente).
Due ori anche per importanti membri reali: nella vela classe 5.5 per principe Olav di Norvegia (che diventerà in seguito simbolo della resistenza norvegese al nazismo e re popolare per 34 anni fino alla sua morte) e per Lord Burghley, erede del marchese di Exeter in Gran Bretagna, nei 400 metri ostacoli che sarà presidente della IAAF, membro del CIO per 45 anni e presidente del Comitato Organizzatore delle olimpiadi del 1948.
La squadra italiana, che è alloggiata sul piroscafo Soluto (con cui ha fatto il viaggio in Olanda) in quanto il villaggio olimpico non è stato terminato, riporta, tutto sommato, discreti risultati anche se così non è per Benito Mussolini che sostituisce il presidente del CONI Lando Ferretti con Augusto Turati.Le medaglie più numerose vengono dal pugilato con tre ori (pesi gallo - Vittorio Tamagnini, pesi medi – Piero Toscani, leggeri – Carlo Orlandi) ed un bronzo (mosca – Carlo Cavagnoli). Viene la riconferma dell’oro nel ciclismo, gara di inseguimento (Cesare Faccini, Giacomo Gaioni, Mario Lusitani, Luigi Tasselli) dopo i precedenti successi di Anversa e Parigi mentre dalla scherma (che è sempre una realtà) arrivano due ori, un argento e due bronzi.
Ma la medaglia più esaltante arriva dal canottaggio nel “quattro con” (Giliante d’Este, Valerio Perentin, Niccolò Vittori, Giovanni Delise con timoniere Renato Petronio); questi giovani, non ancora ventenni, mettono in riga Germania, Canada, Stati uniti, Ungheria, Svizzera in scontri diretti, in quanto si gareggiava uno contro uno. Nella ginnastica dopo l’argento di Romeo Neri fa simpatia l’argento della squadra femminile (che avrebbe potuto puntare addirittura all’oro con una giuria non palesemente di parte); di età media sui 13 anni, al ritorno in Italia (e soprattutto nella loro Pavia) hanno grande riscontro anche perché è la prima medaglia italiana alle olimpiadi.