curiosità sportive

UN PARCO DELLO SPORT ED UN MUSEO DELLO SPORT A PADOVA

Proposta progettuale: ingegnere Giuseppe Barion Collaboratori: architetti Raffaele Barion e Carlo Biaggioni.

PREMESSA

Mentre sono molti i Musei dello sport sparsi in tutto il mondo (in una recente riunione del C.I.O. a Losanna erano presenti 120 rappresentanti di 51 paesi) in Europa i Musei dello sport sono davvero pochi. Il più importante resta indubbiamente il Museo dello sport di Losanna, che si integra in modo armonioso sulle rive del lago omonimo, con un parco olimpico di grande valenza (con statue di Botero,di Tapis, di Chillida.) e con volumetrie chiuse che comprendono elementi di arte e di sport a livello di pittura, scultura, letteratura, filatelia,.. che spaziano dalle prime Olimpiadi antiche dl 776 a.c., fino ai giorni nostri. E' sicuramente il Museo dello sport più qualificato a livello mondiale ed è sempre stato punto di riferimento per tutto il movimento sportivo culturale; da cui giustificato il numero di 200.000 visitatori annuali. Oltre al Museo di Losanna ricordiamo in Europa, il Museo dello sport della Serbia, il Museo dello Sci in Norvegia, il Museo dello sport Gaelico di Dublino, il Museo dello sport a Colonia in Germania. E in Italia? In Italia esistono molti luoghi pubblici e privati, collezioni, centri di documentazione,. che parlano di sport, ma un Museo dello sport generico non c'è; era in programma a Roma in occasione della candidatura per le Olimpiadi del 2004, ma saltata l'assegnazione, poi andata ad Atene, è saltato anche il Museo. Comunque su richiesta del sottosegretario ai Beni culturali Mario Pescante nel recente governo Berlusconi erano stati stanzianti sei miliardi delle vecchie lire per realizzare a Roma un Museo dello Sport.

MOTIVAZIONI

La proposta di realizzare proprio a Padova un Museo dello sport nasce da alcune fondate considerazioni. Padova è città di cultura avendo una Università tra le più antiche del mondo, una sede di medicina con collegamenti anche allo sport tra le più apprezzate va livello nazionale, un corso di laurea in Scienze Motorie. Inoltre, Padova (che tra l'altro è una delle poche città italiane ad avere rappresentate tutte le Federazioni Sportive Nazionali) ha avuto un grande passato sportivo sia a livello nazionale che internazionale: basta ricordare i momenti d'oro del Calcio Padova, gli scudetti vinti dal Petrarca rugby, le grandissime prestazioni della pallacanestro (tre volte campione d'Italia juniores) e della pallavolo, le glorie delle Fiamme Oro campione d'Europa nell'atletica a squadre, le medaglie olimpiche della scherma, del canottaggio, del ciclismo, la mitica finale di Livio Berruti (studente universitario a Padova ed atleta delle Fiamme Oro) alle Olimpiadi di Roma '60. Tutto questo fa dedurre che considerare Padova come sede per un Museo dello sport potrebbe essere consono ed appropriato. Infine vedendo il tutto in un'ottica più ampia, ricordiamo anche che Padova è meta turistica riconosciuta in tutto il mondo: la Basilica del Santo, le opere di Giotto, il Caffè Pedrocchi, sono elementi di forte richiamo per un turismo internazionale; per cui un  Museo dello sport di alto contenuto universale, potrebbe essere considerato come ulteriore richiamo e come elemento complementare ad altri, di cui Padova, è già ricca.


progetto

La sua collocazione, per essere ottimale, dovrebbe inserirsi in un percorso turistico programmato di semplice gestione e di facile collegamento con altre strutture culturali, anche perché a livello mondiale i Musei dello sport non sono reputati superflui, ma vere istituzioni di arte e di istruzione. Da cui nasce spontaneo, anche per una altra serie di considerazioni, che vedremmo di seguito, un suo inserimento in Prato della Valle.
Prima dell'intervento del Memmo (17759 il prato era una grande piazza e breve distanza dal Santo, ove si affacciavano la Basilica di Santa Giustina, il Convento dei Benedettini, ed latri importanti edifici. Il Prato della Valle fin dai tempi dell'antico teatro Zairo e dell'antico Campo Marzio era un luogo di incontro per la popolazione, un luogo di spettacoli e di scambi commerciali con momenti sportivi anche importanti. Ricordiamo la corsa dei cavalli berberi (1275) ed i "i giochi olimpici e Palio" del 1768 che festeggiavano l'acquisto del prato da parte del Comune di Padova dai Benedettini. Urbanisticamente il Prato della Valle rappresentava il punto di incontro tra campagna e città, e spontanea nasceva l'aggregazione sociale nelle varie forme con scambi commerciali, incontri, feste paesane, che comprendevano ovviamente attività sportive.ed è un fatto curioso che popi, con l'andare del tempo, siano sorti intorno al Prato i più storici impianti sportivi della città, con le aatività ad essi collegate; "il campo sportivo comunale e stadium" ovvero Velodromo Monti (1912) - primo "campo sportivo comunale d'Italia"-lo stadio Appiani per il calcio (1922), il circuito di pattinaggio (1936) in corso Vittorio Emanuele, gli impianti del CUS Padova dietro le mura vecchie con, subito a ridosso, la più recente pista di pattinaggio di via Giordano Bruno.
Prato della Valle quindi punto di aggregazione e culla del movimento sportivo di Padova;fatto tra l'altro anche attuale ricordando l'arrivo del Giro d'Italia, l'arrivo della Maratona di S.Antonio. le gare internazionali o le semplici attività ludiche del pattinaggio che si svolgono proprio nell'anello del Prato.

 
AREA SPECIFICA

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L'area specifica oggetto dell'intervento in una visione più ampia e lungimirante potrebbe essere quella messa a disposizione dal Comune di Padova nel secondo Workshop di architettura tenutosi a Padova nel settembre 2002 con tema "intorno al vuoto - proposte di riqualificazione del Prato della Valle". In quest'ottica nel polo culturale in questione dovrebbe trovare spazio anche la sede per la nuova Facoltà di Scienze Motorie come viene indicato nelle tavole progettuali della proposta in narrativa.

PROPOSTA PROGETTUALE

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In sostanza si propone:
  • ristrutturazione e recupero dell'edificio del Peretti (quinta scenica che delimita il prato della Valle) ove potrebbe trovare sede l'accettazione con biglietteria ed uffici, la direzione, uno shop-room relativo al parco dello Sport ed al Museo dello Sport, nonché, sulle terrazze un punto di ristoro con vista sul Prato;

  • valorizzazione dell'area tra la quinta del Peretti ed il velodromo Monti con realizzazione di un "Parco dello Sport" comprendente luoghi di incontro e di attività motoria quali camminamenti ed elementi artistici (sculture, oggetti storici, simulacri sportivi,.) che parlino o ricordino elementi di sport;

  • traslazione in verticale del parcheggio attuale eventualmente posizionandolo sotto il velodromo Monti e sotto il campo Appiani (onde poter salvaguardare l'attuale area a parcheggio per le piantumazioni del Parco dello sport);

  • riqualificazione del Campo Appiani mantenendo le storiche tribune "all'inglese" e togliendo le gradinate di cui verrebbero conservate, a ricordo, le strutture portanti verticali utilizzate come supporto per un collegamento orizzontale con le mura retrostanti;

  • realizzazione di una pensilina di collegamento ancorata ai setti verticali delle gradinate (idea tanto cara all'arch. Renato Melai) onde dare soluzione di continuità tra l'area oggetto di intervento ed il retrostante bastione (e quindi con l'area del CUS Padova), da cui poi potrebbe partire un camminamento che raccorda tutte le vecchie mura della Città (come più volte ventilato da altri urbanisti);

  • adeguata sistemazione del velodromo Monti anche nei volumi indotti ad esso collegati (lasciando comunque traccia di questa tipologia sportive - con riqualificazione idonea degli spazi esistenti - nel caso il velodromo stesso venisse trasferito nella Cittadella dello Sport);

  • riapertura della cabaletta Alicorno su via 58° Fanteria;

  • recupero degli edifici dimessi della ex caserma e delle aree di pertinenza ricavando la sede del Museo dello Sport, la sede della Biblioteca dello Sport e la sede della Facoltà di Scienze Motorie.
DETTAGLIO

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Si arriverebbe così ad un inserimento di natura urbanistica di forte valenza a verde che "a volo d'uccello" partendo dall'Orto Botanico viene a raccordare gli impianti sportivi o l'area verde dell'ex Antonianum con il Prato della Valle, collegandosi con il Parco dello Sport, per unirsi al velodromo Monti ed al Campo Appiani chiudendosi con l'area verde dei bastioni (che ne risulterebbe parte integrante) e di seguito con gli impianti sportivi del CUS Padova. E nel cuore di quest'area ...il Parco dello Sport ed il Museo dello Sport! E, guarda caso, questa fascia di verde rappresenta anche la traccia storica dello sport patavino proprio nei suoi momenti principali.

PRIMO STARLCIO CON IMMAGINI VIRTUALI

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Si tratta in definitiva di un recupero ambientale anche di estrema semplicità, scevro di nuove volumetrie che potrebbe essere eseguito anche per stralci; nel qual caso, ovviamente, avrebbe la precedenza, per una naturale coerenza progettuale, il recupero del Peretti e la realizzazione del Parco dello Sport.

FINANZIAMENTI

E i finanziamenti? Perché qualunque siano i progetti, sono indispensabili i finanziamenti! Il Museo dello Sport di Losanna come peraltro quello di Dublino (e come altri) ha trovato sovvenzione soprattutto da grosse industrie internazionali del mondo dello sport e da grandi aziende nazionali che hanno avuto e stanno avendo un grande ritorno sia economico che di immagine (basti pensare ai 200.000 visitatori annuali di Losanna). In proposito vedi il muro "degli sponsor" realizzato a Losanna all'interno del Museo  ove sui particolari mattoni in pietra, sono scolpiti i nomi degli sponsor. Si tratta di realizzare però un'opera di grande respiro che abbia forte richiamo a livello turistico internazionale, perché solo in questo caso si avrebbe anche una ricaduta finanziaria. Nel nostro caso l'intervento di privati interessati alla gestione del parcheggio e del ristorante nell'edificio del Peretti; la sponsorizzazione di grandi aziende nazionali del settore sportivo e non; l'apporto di qualche Fondazione di Banca locale uniti alla cessione dell'area da parte del Comune potrebbe concretizzare il primo stralcio.

Sull'argomento vedi anche la rivista "Galileo" n. 149 del Collegio degli Ingegneri di Padova.