logo-argomento

.
IL GIOCO
.
.
.
.
.
.
.
.

METODOLOGIA DI INSEGNAMENTO DEL NUOTO

 

 


METODI DI ALLENAMENTO DELLA CORSA E DELLA MARATONA

I principali metodi di allenamento della corsa possono essere così riassunti:
1) intervall-training;
2) allenamento naturale;
3) allenamento alla gara;
4) allenamento frazionato;
5) corsa lenta;
6) corsa media;
7) corsa in progressione;
8) corsa lunga e lunghissima;
9) corsa con variazioni brevi;
10) corsa con variazioni medie e lunghe;
11) corsa in salita;
12) prove ripetute;
13) prove ripetute brevi in salita.

La corsa lenta (o lentissima) viene utilizzata prevalentemente per rigenerare l’organismo nei giorni successivi agli allenamenti particolarmente impegnativi, oppure durante i recuperi attivi tra una ripetuta e l’altra. Il suo scopo è, infatti, quello di eliminare le scorie che si sono prodotte all’interno del corpo e, in particolare, l’acido lattico accumulato nei muscoli.

La corsa lenta, così come la corsa lunga e lunghissima, viene utilizzata anche per bruciare i grassi e quindi per ridurre il peso corporeo senza però intaccare la struttura proteica dei muscoli.

La corsa media è un ottimo allenamento avente una duplice finalità: quella di incrementare la capacità di resistenza specifica e quella di rendere più efficiente il metabolismo degli acidi grassi.

Lo scopo della corsa in progressione è quello di acquisire sensibilizzazione alla graduazione dello sforzo, riuscendo così poi a capire in gara quando si presenti la necessità di aumentare o diminuire l’andatura della corsa.

Oltre a bruciare grassi, le corse lunghe e lunghissime hanno la funzione di prepararsi mentalmente ed aerobicamente alla maratona, o comunque ad una corsa di lunga distanza.

Mentre le variazioni brevi vengono prevalentemente utilizzate per raggiungere picchi di frequenze cardiache massimali, le variazioni medie e lunghe servono ad incrementare la potenza aerobica in modo estensivo.

L’intervall-training, o allenamento ad intervallo, viene utilizzato per sfruttare la cosiddetta pausa vantaggiosa, ossia solo una parte della pausa può definirsi come tale. La pausa sarà tanto più breve quanto migliore è lo stato di forma dell’atleta e più breve la distanza percorsa. Le corse ad intervalli sono in grado di produrre un incremento dei parametri funzionali del cuore, che a sua volta ha un effetto positivo sul VO2MAX (massimo consumo di ossigeno) e quindi sulla capacità di prestazione di resistenza. Le pause di recupero attivo, durante l’interval training, vengono utilizzate quando si desidera far affluire al cuore una quantità di sangue necessaria a produrre un’elevata gittata sistolica.

Le corse veloci vengono usate per aumentare la potenza aerobica attraverso la stimolazione dell’organismo alla soglia anaerobica.

Lo sviluppo della forza specifica del maratoneta, o corridore in genere, passa attraverso le corse in salita, e più precisamente attraverso la corsa continua e le ripetute in salita. Questo allenamento serve anche ad incrementare la potenza aerobica e porta ad un maggior reclutamento di fibre muscolari veloci.

Infine, le prove ripetute su distanze varie servono ad incrementare la resistenza alla velocità e la potenza anaerobica.

I grandi nomi del fondo e del mezzofondo mondiale, dagli anni 50 sino ai nostri giorni, hanno usufruito di questi metodi, adattandoli ai propri obiettivi ed alle proprie capacità psico-fisiche. Parecchi di essi ne sono stati i creatori o i capiscuola, aggiungendo o eliminando qualche dettaglio non congeniale alla propria struttura. Nel congresso degli allenatori svoltosi a Duisburg, nel 1965, Gheschler, il maestro di Harbig e di altri atleti di fama mondiale, disse: “Non esiste un metodo capace di resistere al tempo». Clima, condizioni ambientali e sociali, caratteri e costumi, e tanti altri fattori differenziali di nazionalità e razza, non consentiranno mai un metodo «standard» di allenamento. Il nostro compito sta proprio nel dare felice soluzione ad ogni problema, purché sia fondato su basi biologiche e fisiologiche”.

A CURA DI LORENZO BOSCARIOL – Appunti di teoria tecnica e didattica degli sport individuali – Prof. di riferimento: Giampaolo Lenzi – Università degli studi di Ferrara.

TORNA TORNA


METODOLOGIA DI INSEGNAMENTO DEL NUOTO

Prima di iniziare l’apprendimento del nuoto è necessario prendere in considerazione la seguente successione di insegnamento:
dal conosciuto allo sconosciuto;
dal sicuro al probabile;
dal facile al difficile.
A questo punto divideremo il piano di insegnamento generale in tre fasi:

1. Fase di avviamento generale (principi basilari e metodi di insegnamento del nuoto);
2. Fase di apprendimento degli stili (approfondimento degli stili e familiarizzazione);
3. Fase di perfezionamento ed avviamento all'allenamento ed alla competizione (apprendimento della tecnica degli stili, eliminazione dei difetti e preparazione alla competizione).

Durante le prime due fasi verranno svolti sia esercizi a terra, che esercizi in acqua. Nella terza fase si cercherà di spendere il maggior numero possibile di ore per l’allenamento metodico e costante soprattutto in acqua.
Le ripetizioni degli esercizi vengono proposte in modo tale da non causare noia o stanchezza. L'istruttore deve essere in grado di attirare l'interesse degli allievi spiegandogli e dimostrandogli i vari esercizi proposti. II modo migliore per ottenere questo risultato consiste nel lavorare con molto zelo, cercando di comprenderli e trovando le soluzioni ai loro problemi: essere disponibili e all'occorrenza farsi rispettare.

FONTE: Lorenzo Boscariol – Articolo tratto dagli appunti di teoria tecnica e didattica nuoto

 

Progetto gioco sport

Il Progetto per i giovani “A scuola di Gioco-Sport” si propone come obiettivi lo sviluppo delle capacità senso percettive, l’acquisizione degli schemi motori di base, l’educazione delle capacità coordinative e condizionali, la conoscenza e la pratica di vari giochi sportivi.

Classificazione dei giochi
•          Giochi di socializzazione e relazione con l’altro
•          Giochi per lo sviluppo delle capacità senso-percettive
•          Giochi per l’espressività del linguaggio non verbale
•          Giochi per la conoscenza e la consapevolezza corporea
•          Giochi per lo sviluppo degli schemi motori
•          Giochi per lo sviluppo dell’equilibrio
•          Giochi per lo sviluppo della strutturazione spazio-temporale
•          Giochi sulla capacità di orientamento spaziale
•          Giochi di lateralità e dominanza

Le attività multilaterali e polivalenti dei giochi pre-sportivi consentono di realizzare lo sviluppo delle varie capacità motorie del bambino, favorendo l’apprendimento di abilità motorie generali e sportive.

Tipologia di giochi
•          Giochi individuali (gioco funzionale, gioco imitativo, gioco simbolico)
•          Giochi di gruppo (uno contro uno, uno contro tutti)
•          Giochi di squadra (giochi pre-sportivi)
•          Staffette

Il "Gioco Sport" va considerato come uno strumento da privilegiare per l'educazione motoria nella scuola primaria. Sono vari i motivi che giustificano questa affermazione:

  • il diritto al gioco del bambino;
  • lo sviluppo della motricità e delle capacità socio-affettive nell'età evolutiva;
  • tutti gli "esercizi" possono essere sostituiti da giochi o da piccole gare con difficoltà crescenti e sempre capaci di consentire un’attività ludica interessante ed impegnativa, perché adeguata alle possibilità ed agli interessi dei "giovani giocatori".

Il “Gioco sport” si propone di valorizzare la motricità nella scuola primaria per:

  1. contribuire alla migliore funzionalità dell'intero organismo, attraverso lo stimolo degli apparati cardiocircolatorio, respiratorio, locomotore, nonché del sistema nervoso centrale e periferico sulla base di impegni energetici di tipo aerobico, anaerobico lattacido, anaerobico alattacido;
  2. rendere sempre più rapide ed efficaci le proprie scelte anche in situazioni dense di variabili in rapido ed incerto cambiamento;
  3. sviluppare la propria espressività corporea;
  4. potenziare il rispetto delle regole;
  5. valorizzare una continua solidarietà e simpatia verso i propri compagni indipendentemente dal livello di rendimento, dalle vittorie o dalle sconfitte, dal ruolo di collaborazione o antagonismo nelle attività ludico-motorie e pre-sportive proposte;
  6. stimolare una conoscenza dei regolamenti e delle tecniche delle attività ludiche, motorie e pre-sportive praticate.

A cura del Prof. Lorenzo Boscariol   

TORNA TORNA

IL CALCIO: ASPETTI E SITUAZIONI DI UNO SPORT UNIVERSALE

PROPOSTA DI UNITÁ DIDATTICA DI TIPO TRASVERSALE PER GLI INSEGNANTI DI LETTERE DELLE SCUOLE SECONDARIE DI PRIMO GRADO di Davide Girardello
Hanno detto del calcio
Il calcio è il gioco più bello del mondo. Purtroppo, o per fortuna, non sempre amare il calcio significa capirlo. (Gianni Brera).
Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente, senza pensare al dolore o allo sconvolgimento che avrebbe portato con sè. (Nick Hornby).
Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è invasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro. I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone…giocavo anche sei-sette ore di seguito – sono stati i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso. (Pier Paolo Pasolini).
Dicono: è una malattia. Una malattia? È certo un grande amore, il primo. Sono stato calciatore io stesso, naturalmente: chi non lo è stato? Chi tra i nati maschi del secolo, non ha preso a calci una palla di gomma, di pezza, di carta straccia se non di cuoio, da ragazzo, nella piazza d’Armi del suo paese, o nella piazza sotto casa? La mia piazza da ragazzo, là dove nacqui calciatore, era la stessa sulla quale, esattamente quattrocento anni prima di me e dei miei compagni, altri fiorentini avevano giocato, a modo loro, la grande partita nei giorni dell’assedio: figurarsi! È un vizio? Indubbiamente è un richiamo molto forte, irresistibile, ovunque mi trovi, quale che sia il valore delle squadre, il tempo, gli impegni che mi consiglierebbero di rinunciarvi. (Vasco Pratolini).
Il calcio è l'arte di comprimere la storia universale in 90 minuti. (George Bernard Shaw).

Premessa/motivazione

Per capire la decisione di proporre e trattare un’unità didattica (o intervento didattico) sul gioco del calcio, in una classe della scuola secondaria di primo grado, sarebbe di per sé già spiegabile e motivata dalle frasi riportate in precedenza in cui illustri esponenti italiani ed internazionali del mondo della letteratura chiariscono l’importanza del calcio a livello biografico ed emotivo. Comunque credo che mai come al giorno d’oggi la scuola abbia bisogno di nuove proposte, di nuovi stimoli di fronte alle involuzioni recenti delle quali essa è purtroppo soggetta. Si sente tanto parlare di accoglienza, di scuola-azienda, di offerta formativa…allora ho pensato… perché non proporre un piano di lavoro, intervento, un’unità didattica su un tema di grandissima attualità e di grande impatto sociale com’è quello del calcio, diventato elemento fondamentale, coesivo e condizionante della storia del nostro popolo, nonché profondamente connesso agli aspetti della vita sociale, politica ed economica della nostra penisola. Il mio obiettivo, infatti, sarebbe quello di esaminare (ed in certi casi approfondire) gli aspetti interdisciplinari che ruotano attorno al gioco più bello del mondo, che per noi italiani ha rappresentato e rappresenta un forte elemento di identità nazionale e non solo. Per obblighi di spazio mi soffermerò solo sulle parti che ritengo assolutamente interessanti, utili e funzionali per degli adolescenti di 13 anni. In effetti, credo che i collegamenti e le proposte lavorative che si possono sfruttare con il tema del football siano molteplici ed innumerevoli, ma rischierei di essere troppo prolisso e soprattutto incorrerei nel pericolo di realizzare un lavoro troppo corposo e lungo tipo tesi di ricerca e di approfondimento storico-sociale. L’ideale perciò sarebbe per me quello di proporre ed analizzare un percorso specifico e proficuo attraverso poche ma incisive lezioni provviste di studio, lavoro di gruppo e verifica in classe. Allo stesso modo ritengo opportuno chiarire e confermare che sono possibili molteplici percorsi didattici che possono di volta in volta focalizzare l’attenzione sui vari aspetti disciplinari di matrice linguistico-letteraria. Tengo ad informare che il calcio è già da tempo materia scolastica in Inghilterra e da qualche anno la storia del calcio e la storia degli sport è disciplina e corso universitario alle facoltà di scienze motorie e di scienze della formazione.
Classe ipotetica
Una classe III di una scuola secondaria di primo grado (medie).

Collocazione nel curricolo

Nei mese di gennaio e/o febbraio con lo studio dei totalitarismi del XX secolo in Europa tra le due guerre mondiali (con particolare interesse per il caso italiano).

Obiettivi/finalità

- Focalizzare l’attenzione, sviluppare e stimolare le capacità di comprensione e di studio sugli aspetti interdisciplinari legati all’argomento calcio (storia, educazione alla convivenza civile, geografia, lingua e letteratura italiana).
- Sviluppare negli adolescenti-studenti lo spirito del gioco di squadra/di gruppo, le capacità relazionali, collaborative, la solidarietà e la responsabilità attraverso lo studio del gioco del calcio.
- Studiare ed identificare i possibili ruoli all’interno del gruppo in previsione futura cogliendo gli aspetti caratteriali dei singoli alunni.
- Sviluppare negli studenti le capacità critiche ed eclettiche relative ad argomenti di grande attualità, di problematiche e di rilevanza sociale ed emotiva legati al mondo del calcio.
- Stimolare, potenziare e valutare la capacità degli studenti di lavorare in gruppo ed il loro ruolo di fronte a nuove proposte di intervento didattico.
Collegamenti interdisciplinari (storia, educazione alla convivenza civile, geografia, lingua e letteratura italiana) Tratterò solo alcuni degli aspetti interdisciplinari (a mio parere i più utili) legati al tema calcio.

Storia

Storia del calcio (il calcio fiorentino ed il calcio moderno).
Calcio e potere politico (legami tra i sistemi politici totalitari del XX secolo ed il calcio).
Calcio e guerra (i conflitti militari, politici, religiosi, sociali e la loro riflessione nelle rivalità calcistiche).
Educazione alla convivenza civile
Il gioco di squadra e di gruppo nel calcio (regole, ruoli).
Leggi ed organismi politici nel calcio (F.I.F.A., U.E.F.A. ecc..).
Calcio ed attualità (studio problematiche: doping, violenza negli stadi, corruzione).
Geografia
Le rivalità calcistiche (i derby e la loro identificazione con gli aspetti paesaggistici ed antropici).
I simboli (inni e bandiere).
Lingua e letteratura italiana
Il linguaggio giornalistico (il codice calcistico, metafore e figure retoriche).
Il calcio nella poesia (Umberto Saba).
Il calcio come romanzo di intrattenimento (Simona Ercolani).
Lavoro di gruppo (e verifica finale)
Progetto “Scuola di tifo”

Strumenti/materiali

Per lo studio dell’argomento calcio è previsto l’utilizzo di materiale cartaceo (libri, articoli di giornale), di materiale iconico (immagini), in parte informatico (sito internet) e di cancelleria per il lavoro di gruppo. Per motivi di tempo sono stati eliminati i materiali mass-mediatici (film, video, documentari) comunque funzionali ed utili all’apprendimento; per esempio sarebbe utile, interessante e formativo proporre la visione del film “Fuga per la vittoria” ambientato nella seconda guerra mondiale e della durata di 2 ore circa.

Tempi, lezioni e argomenti

Lezione 1 Storia del calcio ed educazione alla convivenza civile nel calcio (2 ore).
Lezione 2 La geografia del calcio ed il calcio nella lingua e nella letteratura italiana (2 ore).
Lezione 3 Lavoro di gruppo con il progetto “Scuola di tifo”, inteso come verifica sommativa finale (2 ore).
Per le lezioni sarà fornito il materiale didattico specifico raccolto ed in possesso del docente, vista la difficoltà di reperire tale tipo di materiale in testi scolastici. Le lezioni saranno sempre dialogiche ed interattive, ossia gli studenti saranno chiamati ad essere attivi, operativi e partecipi nella costruzione delle lezioni mediante la guida e la supervisione del docente. Allo stesso modo gli studenti potranno intervenire in qualunque momento delle lezioni in classe per chiedere opportuni chiarimenti e sciogliere dubbi sugli argomenti trattati e studiati di volta in volta.

Svolgimento/esecuzione e contenuti

Lezione 1 (2 ore)
Ho pensato di cominciare lo studio sul tema calcio rendendo già partecipi gli alunni. Gli porrò delle domande riguardo al loro punto di vista sul calcio (cosa ne sanno, se lo praticano, se sono tifosi, se guardano le partite ecc..). In questo modo la lezione sarà dialogica-interattiva dato che prevede uno scambio di idee/opinioni tra gruppo classe e docente. In seguito procederò a delineare sinteticamente alcuni aspetti storici del calcio. Comincerò la spiegazione parlando del calcio fiorentino (prima vera espressione del gioco del calcio nel nostro Paese). Nella Firenze dell’età moderna si parla di “giocare a palla”. In realtà il calcio delle origini era uno sport molto diverso da quello di oggi, uno sport fondato molto sulla forza fisica, sul coraggio e spesso duro e violento. Le due squadre erano composte da 27 giocatori che si sfidavano su un campo rettangolare. Era consentito toccare il pallone sia con le mani che con i piedi. Non vi erano falli di gioco e ogni contatto fisico era possibile. L’obiettivo era quello di segnare una “caccia” deponendo il pallone oltre la linea di fondo della parte avversa. Poi passerò ad esporre l’evoluzione del calcio in epoca moderna che sorse nelle “publics schools” inglesi del XIX secolo. Da questo momento in poi vengono perciò introdotte dalla borghesia inglese le prime regole, l’uso delle porte, l’introduzione della figura dell’arbitro e vengono eliminati gli aspetti più violenti dell’attività agonistica relativa al gioco del calcio. L’obiettivo sarà perciò quello di dimostrare come il calcio nel XX secolo sia diventato lo sport per eccellenza, (oltre che una vera e propria industria dello sport e del business) basato su regole ed organismi specifici, nonché sottoposto a grandi cambiamenti continui (vedi introduzione ed utilizzo della moviola, calcio femminile ecc..). Allo stesso modo accennerò ad alcuni eventi della storia contemporanea che sono intrecciati al gioco del calcio. Per esempio, dato che sono in una terza media nella quale si studia la storia contemporanea, sarà interessante mettere in evidenza i legami tra lo sport calcio e la classe dirigente politica al potere (in base al periodo storico e ai contesti politici e sociali) per dimostrare come i successi calcistici ed il carisma di certi giocatori siano stati ampiamente sfruttati per consolidare, aumentare il potere e radicare i consensi popolari (vedi propaganda e sfruttamento dei mass-media) a favore della classe politica dirigente del momento/situazione. Per cui parlerò dei successi della nazionale italiana ai campionati mondiali di calcio del 1934 e del 1938 in piena epoca fascista. Tali successi sono serviti al regime per aumentare i consensi attorno al fascismo stesso e alla figura carismatica di Benito Mussolini. Lo stesso Duce si lanciò in un vasto programma di sviluppo urbanistico capillare dei teatri del calcio (vedi stadio Littoriale di Bologna), nonché di propaganda e di ristrutturazione legislativa (vedi Carta di Viareggio). Il Duce e la classe politica fascista capirono perciò l’utilità del calcio che venne sfruttato come sport di squadra e di massa per l’inquadramento e l’indottrinamento degli italiani alla causa fascista. Allo stesso modo sarà utile parlare della connivenza tra calcio e politica attraverso (per esempio) il successo calcistico in Coppa dei Campioni della Steaua Bucarest nel 1986 e della figura del portiere Helmut Ducadam. Il successo della Steaua fu strumentalizzato dall’allora dittatore della Romania Nicolae Ceausescu per magnificare i successi del regime comunista e soprattutto per glorificare la sua persona. Questo fu fatto attraverso lo sfruttamento della figura di Ducadam (che nella finale parò quattro rigori), il quale divenne presto da eroe del regime ad elemento scomodo perché rischiava di mettere in ombra il carisma del leader della Repubblica Socialista di Romania. (In questo caso si veda l’articolo presente nel sito alla voce “Curiosità sportive” del sottoscritto). Per concludere la parte strettamente storica tratterò alcuni aspetti relativi a situazioni conflittuali internazionali di matrice politica-religiosa-economica e sociale che si sono riflessi anche nel calcio. Alcuni esempi: la guerra del calcio del 1969 scoppiata tra Honduras ed El Salvador essenzialmente per motivi politici ed economici ma il cui “casus belli” fu fornito da una partita, per la qualificazione ai mondiali messicani del 1970, tra le squadre delle due nazioni dell’America Centrale; gli incontri tra le squadre del Celtic (parte cattolica) e Rangers (parte protestante) della città di Glasgow in Scozia; l’importanza mediatica assunta dalla partita Argentina-Inghilterra ai mondiali messicani del 1986 dopo la fine della guerra della Falkland (1982-84) nella quale le truppe inglesi sconfissero quelle argentine. Gli esempi sarebbero innumerevoli ma mi fermo qua. Dopo aver presentato queste situazioni il passo dalla storia all’educazione alla convivenza civile è breve. Inizierò brevemente a trattare il calcio inquadrandolo nelle leggi e nelle regole alle quali è sottoposto, in modo da spiegare e trasmettere agli alunni l’importanza di sapere che il calcio prima di tutto è un gioco ed un divertimento, ma che comunque è sottoposto all’osservanza e al rispetto di regole basilari per la sua completa realizzazione. Scopo principale sarà perciò quello di trasmettere agli studenti alcune nozioni specifiche sul gioco del calcio: campo da gioco, scopo del gioco, ruoli, durata del gioco, la figura dell’arbitro, falli e scorrettezze, calci di rigore e di punizione, provvedimenti disciplinari. Allo stesso modo dovranno essere studiati (in linee generali) gli organismi politici fondamentali che regolano il calcio nei loro principali aspetti (A.I.A. Associazione Italiana Arbitri, A.I.C. Associazione Italiana Calciatori, F.I.F.A. Federazione Internazionale dell’Associazione Calcistica, F.I.G.C. Federazione Italiana Giuoco Calcio, U.E.F.A. Unione Europea dell’Associazione Calcistica). La lezione terminerà con tutta probabilità attraverso lo studio critico degli aspetti più importanti dal punto di vista dell’attualità e di rilevanza dal punto di vista delle problematiche sociali. Verranno affrontanti gli aspetti degenerativi ed estremi del calcio (il doping, la violenza, il razzismo e la corruzione). Ciò verrà fatto attraverso l’analisi di articoli di giornale e di libri specifici sul tema in questione (a tal proposito si faccia riferimento alla bibliografia). L’obiettivo sarà quello di sviluppare negli adolescenti lo spirito critico e di giudizio di fronte ai continui episodi negativi che logorano il calcio. Favorirò perciò (come docente) lo sviluppo di una discussione relativa agli aspetti poco fa citati partendo da esempi reali (tragedia dell’Heysel del 1985, fenomeno ultrà ed hooligans, calciopoli e corruzione, doping diffuso tra i calciatori per ottenere prestazioni migliori sul campo) per permettere agli studenti di essere cittadini attivi (nel loro piccolo) di fronte a situazioni così forti ed estreme, ma che toccano estremamente da vicino. Ritengo sia importante fare luce e chiarezza su tutto ciò che ruota al mondo del calcio. Esso dovrebbe essere semplicemente uno sport, un gioco, in cui vi è il confronto, la rivalità, ma anche il rispetto dell’avversario, il divertimento, la gioia di poter condividere insieme un pomeriggio calciando un pallone tra amici. Trattando questi argomenti gli studenti potranno maturare anche il proprio giudizio e ruolo di intervento in ambito sociale per migliorare i comportamenti sociali futuri nell’ambito del tempo libero e delle relazioni interpersonali quotidiane. Noi adulti dovremmo essere i primi dare l’esempio negli stadi e nella strada nelle situazioni quotidiane; solo se ci comportiamo in modo civile e rispettoso possiamo aiutare i nostri giovani a maturare in senso civico, produttivo e costruttivo.
Lezione 2 (2 ore)
La prosecuzione della trattazione dell’argomento calcio riguarderà gli aspetti geo-politici. Prendendo come riferimento il territorio italiano verranno proposti ed analizzati argomenti relativi agli stadi (luoghi dove si disputano le partite di calcio), i derby ed i simboli (inni e bandiere). Il calcio è un'attività importante dal punto di vista economico, urbanistico e delle ripercussioni sugli spostamenti della popolazione. Un aspetto interessante, ad esempio, è quello degli stadi che, trasformandosi in vere e proprie città dello sport, coinvolgono strutture di vario genere ed occupano porzioni di spazio sempre più consistenti, vale a dire che lo stadio rappresenta una peculiarità di ambiente costruito dall’uomo e tipico del progresso e del fenomeno dell’urbanesimo. Allo stesso modo la costruzione degli impianti destinati al calcio rappresenta un importante mutamento dell’assetto geografico e paesaggistico delle città attuali. Partendo dalla definizione e dalla spiegazione della parola derby si procederà ad elencare le più importanti sfide cittadine, extracittadine, locali, provinciali, regionali e nazionali tra squadre di calcio. In base alla collocazione geografica ed al contesto territoriale, nonché di derivazione politica e sociale si identificheranno i vari tipi di derby in base ai seguenti fattori di classificazione. Ecco alcuni esempi:
geografico-fisico: derby dell’Appennino (Bologna-Fiorentina), derby del Polesine (Rovigo-Spal), derby delle Isole (Cagliari-Palermo), derby del Garda (Brescia-Verona), derby dello Stretto (Messina-Reggina), derby del Tirreno (Livorno-Pisa);
geografico-umanistico ed antropico: derby della Capitale o del Campidoglio (Roma-Lazio), derby della Lanterna (Genoa-Sampdoria), derby della Mole (Juventus-Torino), derby della Scala o dell’Arena (Chievo-Hellas Verona).
Gli esempi sono innumerevoli, ma mi fermo qua. Con queste informazioni gli alunni potranno trovare una chiave ed un metodo per imparare gli aspetti geografici e localizzare le località dell’Italia divertendosi. Per terminare la parte geografica è di grande interesse riuscire a trattare (anche solo parzialmente) gli aspetti geografico-culturali a livello internazionale. Per esempio mi riferisco al rituale caratteristico di ogni inizio partita in cui i giocatori delle squadre di calcio di nazioni diverse vestono i colori del proprio Paese e, con la presenza delle bandiere delle rispettive nazioni, cantano a turno il proprio inno sulle note della banda o del disco. Si tratta di un momento particolarmente toccante ed emozionante in cui i calciatori sono orgogliosi di rappresentare il proprio Paese nella speranza di disputare una grande partita e quindi di poter vincere. Quelle appena descritte sono situazioni tipiche soprattutto dei grandi eventi calcistici (Europei e Mondiali di calcio). Gli stessi alunni potranno così comprendere che spesso le maglie indossate dai calciatori portano i colori della bandiera nazionale (vedi per esempio Argentina, Francia, Irlanda, Portogallo, Spagna ecc..). Inoltre, è di estrema curiosità, far presente agli studenti le peculiarità delle manifestazioni rituali che le diverse squadre seguono nel momento del canto dell’inno (per esempio i messicani portano l’avambraccio e la mano all’altezza del cuore, francesi ed italiani cantano il rispettivo inno abbracciati l’un l’altro, ecc..). Allo stesso modo è possibile realizzare uno studio del calcio attraverso la lingua e letteratura italiana. Proporrò agli studenti la lettura di un articolo di giornale (relativo ad un episodio calcistico, quello della vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio di Spagna del 1982) dell’illustre giornalista e scrittore Gianni Brera. Verrà perciò analizzato l’articolo nelle sue caratteristiche linguistiche (codice, gergo, figure retoriche, linguaggio specifico e peculiare) che verranno esaminate dagli studenti con la supervisione del docente. Successivamente sarà utile analizzare e chiarire il significato di alcuni termini/espressioni come ad esempio “zona Cesarini”, “cucchiaio”, “catenaccio” ecc.. Allo stesso modo farò leggere in classe una poesia sul calcio dell’autore triestino Umberto Saba (per l’esattezza “Goal”) e dopo aver letto e chiarito gli aspetti relativi al testo poetico chiederò agli alunni di esprimere impressioni e considerazioni personali rispetto alla poesia stessa. Per terminare passerò a leggere alcune parti del testo “Damiano Tommasi. Decido io quando smettere di giocare!” tratto nel libro “Sfide” della giornalista Simona Ercolani. In questo modo gli alunni potranno rendersi conto che l’argomento calcio è anche oggetto di studio ed analisi attraverso i generi romanzo o saggio. La scelta del testo sopraccitato dipende dal fatto che il calciatore Damiano Tommasi rappresenta uno degli esempi più puri e genuini del calcio attuale. Egli infatti, noto per le sue attività di volontariato e di beneficenza decide, dopo un grave infortunio, di ripartire da zero accettando di giocare per la Roma, con il minimo sindacale:1.500 euro al mese. Quindi mi sembra proprio che ci troviamo di fronte ad un possibile modello per i giovani, ossia quello di un calciatore che scende a compromessi pur di continuare a giocare al calcio (la sua passione) e che comunque si comporta come un individuo privilegiato che cerca però con le sue attività e qualità caratteriali di aiutare il prossimo e chi è meno fortunato (volontariato e quant’altro). L’esempio di Damiano Tommasi, che attualmente gioca per la squadra spagnola del Levante, è comunque uno dei tanti che esistono ancora e che rappresentano l’espressione di un calcio sano, onesto e benefico, una vera e propria risposta a quei calciatori che percepiscono stipendi esorbitanti e che a volte non dimostrano il loro attaccamento alla maglia.
Lezione 3 (2 ore)
Progetto “Scuola di tifo” e verifica finale.
Nell’ultima lezione sarebbe mia intenzione quello di far lavorare in gruppo gli studenti. Prendendo spunto dal progetto “Scuola di Tifo” proposto come concorso dalla casa automobilistica Volkswagen dividerò i ragazzi in gruppi (individuando un capogruppo).
Caratteristiche ed obiettivi/finalità del progetto
La trasmissione di valori positivi che il calcio può trasmettere per esaltare con specifiche azioni le caratteristiche positive ed aggreganti dello sport più amato in Italia. Ciò verrà fatto attraverso l’espressione della propria passione nel completo rispetto degli altri e con spirito di fair play. Perché si può fare il tifo a favore della propria squadra, ma senza scontrarsi con la squadra avversaria: questo è uno degli obiettivi del percorso educativo che metterà quindi in evidenza valori come rispetto, correttezza e civiltà. “Scuola di tifo” ha come scopo la costruzione di solide basi educative per una futura generazione di appassionati tifosi che non perde mai di vista le regole della convivenza civile, e di un rispettoso confronto dialettico in ambito sportivo. Un percorso formativo costruito attorno alle esigenze caratteriali e pedagogiche dei ragazzi che, attraverso appositi strumenti che ne catturino l'interesse, la curiosità e l'empatia, possa donare ai ragazzi una strategia critica per poter comprendere i comportamenti scorretti che, purtroppo, nel mondo del calcio sono presenti quotidianamente. Attraverso lavori di gruppo, test, recensioni e discussioni, i ragazzi potranno riflettere sugli aspetti negativi legati al tifo scorretto e violento, e saranno invece promossi atteggiamenti e comportamenti leali e positivi. Il risultato e la sintesi creativa dei contenuti nati dal confronto tra gli alunni saranno, poi, concretizzati nella composizione, da parte dell'intera classe, di un cartellone con slogan inneggiante al tifo corretto e pulito ed il testo di una canzone che esprima, attraverso il linguaggio della musica, un messaggio di tifo appassionato e positivo. Tutto ciò avverrà attraverso una simulazione e dopo la consultazione, con i computer dell’aula di informatica della scuola, del sito della Volkswagen relativa alla spiegazione del progetto in tutte le sue parti. In questo modo io potrò vedere nel ruolo di docente come riescono a collaborare gli studenti tra di loro e potrò intervenire ed aiutare gli studenti stessi nel caso di difficoltà od incomprensioni verificatesi durante il lavoro in classe.

Verifiche e valutazione degli studenti

Verifiche in itinere
Lavoro in classe (partecipazione, interesse, curiosità ed interventi vari) e domande ed esercizi come attività domestica dopo ogni lezione (1-2) che verranno corretti successivamente in classe.
Verifica sommativa e finale
Lavoro di gruppo (canzone, cartellone sul tifo pulito). Valutare le abilità, le competenze e le capacità di operatività, comprensione e di cooperazione tra gli studenti.

Nota bene

La proposta ha solo un valore indicativo, orientativo e di partenza, altresì può essere certamente presa in considerazione, ed utilizzata, come esempio di intervento didattico fruibile ed utile per una metodologia ed una didattica di tipo originale, stimolante, curiosa, eclettica e funzionale all’insegnamento e all’apprendimento in classe.

Bibliografia e materiale di riferimento per il lavoro didattico in classe

Libri

S.Ercolani “Sfide. Lo sport come non l’avete mai letto”
F.Foer “Come il calcio spiega il mondo. Teoria improbabile sulla globalizzazione”
J. Foot “Calcio. 1898-2007. Storia dello sport che ha fatto l’Italia”
S. Kuper “Calcio e potere”
S. Martin “Calcio e fascismo. Lo sport nazionale sotto Mussolini”
A. Papa-G. Panico "Storia sociale del calcio in Italia”
D. Scaglione “Diritti in campo. Storie di calcio, libertà e diritti umani”
A. Wahl “Il calcio. Una storia mondiale”

Articoli di giornale/saggi

G. Brera “Io triumphe, o avventurata” La Repubblica 13/07/1982
D. Girardello “Il miracolo romeno: Helmut Ducadam e la Steaua Bucarest sul tetto d’Europa. Vittoria degli eroi del popolo o degli eroi del regime per il volere di Ceausescu?” contributo consultabile nel sito: www.bibliotecadellosport.it
A. Jacovello “Avremmo voluto un lungo silenzio” La Repubblica 08/06/1985
E. Marrese “Inchiesta sui mini-campioni per forza” e “Cosa c’è nella testa di un ragazzo violento” Il Venerdì di Repubblica n.1027
“Scuola di tifo” speciale de La Gazzetta dello Sport 21/11/2007

Siti internet

http://it.wikipedia.org/wiki/Calcio_(sport)
http://it.wikipedia.org/wiki/categoria:Storia_del_calcio
http://it.wikipedia.org/wiki/Derby_%28calcio%29
www.museodelcalcio.it

TORNA TORNA

ANALISI DEL MODELLO TECNICO DEL PALLEGGIO NELLA PALLAVOLO

Il modello tecnico su cui si basa il palleggio tiene conto di aspetti quali la traiettoria di arrivo della palla, la posizione degli arti inferiori e superiori, la posizione del tronco, la dinamica di esecuzione del palleggio e le traiettorie di uscita del pallone.

TRAIETTORIE DI ARRIVO DELLA PALLA
Le leggi che regolano le traiettorie di arrivo del pallone sono determinate dalla direzione e dalla forza di spinta impresse alla palla.In questo senso dobbiamo posizionare il corpo in modo tale che la palla si trovi sopra la testa e davanti la fronte. Dobbiamo quindi lavorare sulle abilità di organizzazione spazio-temporale e riconoscere la corretta posizione di contatto con la palla. È altresì necessario percepire i diversi punti della traiettoria e regolare il proprio movimento sulla base del movimento del pallone.
La traiettoria di arrivo della palla ed i relativi spostamenti possono essere: avanti, dietro, laterali, oppure una combinazione dei tre movimenti precedenti.

ARTI INFERIORI
Prima di alzare la palla, il palleggiatore deve valutare la traiettoria di arrivo del pallone, quindi spostarsi rapidamente ed infine posizionarsi sotto la palla. Per andare verso la rete, è più conveniente che il palleggiatore usi passi scivolati, passi laterali accostati, oppure passi incrociati.
La prima cosa su cui dobbiamo lavorare con gli arti inferiori sono gli spostamenti, cioè la traslocazione del corpo da un punto ad un altro del campo da gioco. Lo spostamento permette di assumere rapidamente una determinata posizione per iniziare il fondamentale successivo. Gli spostamenti possono essere eseguiti camminando, correndo, saltando, oppure in acrobazia.

Posizione di attesa:

  1. gambe leggermente flesse (il piegamento degli arti inferiori dipende dall’altezza di intercettazione della palla);
  2. piedi divaricati uno più avanti dell’altro.

POSIZIONI DI PARTENZA PER EFFETTUARE GLI SPOSTAMENTI ED I PALLEGGI

Posizione alta
Consente di spostarsi agevolmente in tutte le direzioni del campo: l’appoggio è divaricato, i talloni sono a contatto con il suolo, le gambe ed il busto sono leggermente semiflessi e gli arti superiori sono piegati all’altezza della cintura.

Posizione media
Consente una maggiore spinta del pallone aumentandone la lunghezza della traiettoria.
I piedi sono posizionati come nella posizione alta, l’angolo gamba-coscia è di circa 100°, il busto è piegato in avanti con un’inclinazione superiore rispetto alla posizione alta e gli arti superiori sono flessi formando un angolo di circa 140°.

Posizione bassa
La posizione bassa è caratterizzata da una maggiore chiusura degli angoli sopracitati.

ARTI SUPERIORI
Le braccia spingono la palla in modo simmetrico e al momento dell’impatto sono alte e con i gomiti flessi poco sopra le spalle e più aperti. Le mani si trovano sopra la fronte completamente aperte e le dita leggermente in tensione. L’impatto deve essere effettuato con tutte le dita.
Esempi di esercizi:
1) Far rimbalzare a terra il pallone con una mano, prima la destra e poi la sinistra;
2) Far rimbalzare consecutivamente la palla a terra avvolgendola con tutte e dieci le dita senza fermarla;
3) Come il precedente ma contro il muro da una distanza ravvicinata, circa dieci centimetri.
Le varie esercitazioni devono essere proposte in modo graduale, dal facile al difficile, dal lento al veloce e così via.

TRONCO
La funzione principale del tronco è quella di assecondare il movimento degli arti superiori ed inferiori durante tutta la fase di spinta. La sua posizione deve consentire di eseguire agevolmente il palleggio in avanti o all’indietro, seguendo la direzione della palla.

DINAMICA GLOBALE DI ESECUZIONE DEL PALLEGGIO
Dalla posizione di attesa, le mani vengono portate aperte sopra la testa, leggermente in avanti e con i polsi flessi ed intraruotati, allo scopo di formare una semisfera adatta alla forma della palla. I gomiti sono semipiegati.
Al contatto con la palla, tutte le articolazioni vanno in estensione per respingerla.
Il palleggiatore deve essere in grado di eseguire:

  1. l’alzata veloce;
  2. l’alzata mezza al centro;
  3. l’alzata tesa in zona 2;
  4. l’alzata alta in zona 2;
  5. l’alzata tesa in zona 4.
  6. l’alzata alta in zona 4.

A seconda della distanza che la palla dovrà percorrere, dobbiamo imprimere una maggiore o minore intensità di movimento al palleggio sulla base del tipo di alzata che si vuole effettuare, in modo direttamente proporzionale al piegamento degli arti.
Soltanto migliorando la capacità tecnica di esecuzione del palleggio è possibile migliorare la traiettoria in uscita della palla. Per fare ciò dobbiamo esercitarsi a centrare, attraverso il palleggio, un bersaglio più o meno lontano con parabole di diversa altezza.

PUNTI CHIAVE PER LA MIGLIORE RIUSCITA DEL PALLEGGIO

(Fonte: Vieira – Ferguson - VOLLEYBALL - Manuale di istruzione di base per allenatori e giocatori - Casa editrice: CALZETTI MARIUCCI)

Preparazione
1 Spostarsi verso la palla
2 Assumere la posizione
3 spalle dritte verso il bersaglio
4 gambe leggermente divaricate
5 piegar leggermente gambe, braccia e fianchi
6 tenere le mani a 15 cm circa sopra la testa
7 tenere le mani davanti alla fronte
8 guardare attraverso la finestra formata dalle mani
9 seguire la palla verso il bersaglio

Esecuzione
1-toccare la palla nella parte più bassa                              
2-toccare la palla con le punte delle dita (polpastrelli) e i pollici
3-Allungare le gambe e le braccia verso il bersaglio
4-trasferire il peso verso il bersaglio
5-orientare la palla all’altezza desiderata
6-Orientare la palla verso l’altra linea laterale o verso la mano dello
schiacciatore

Prosecuzione
1-distendere completamente le braccia
2-le mani sono orientate verso il bersaglio
3-muovere i fianchi verso il bersaglio
4-trasferire il peso verso il bersaglio
5-spostarsi in direzione dell’alzata

Fonte: Lorenzo Boscariol - Allenamento pallavoloAnalisi del modello tecnico del palleggio
Bibliografia:
Appunti tratti da: I FONDAMENTALI NEL GIOCO DELLA PALLAVOLO - Prof. Luca Melotti - Anno accademico 2004-2005
Vieira – Ferguson - VOLLEYBALL - Manuale di istruzione di base per allenatori e giocatori - Casa editrice: CALZETTI MARIUCCI

TORNA TORNA

PROGRAMMA DI PREPARAZIONE ATLETICA PER I RAGAZZI UNDER 19 RUGBY

PERIODI DELLA PREPARAZIONE FISICA NEL RUGBY

  1. Periodo introduttivo. L’allenamento viene orientato in primo luogo sulle esercitazioni di carattere generale con forte valenza organico-muscolare, dopodichè si passerà ad esercitazioni più specifiche.

  2. Periodo di carico. Coincide con la ricerca del volume di lavoro che prevale sull’intensità. In questo periodo l’allenamento tecnico può rivelarsi piuttosto difficoltoso, in quanto gli atleti presentano condizioni di marcato affaticamento fisico. Deve esserci quindi la massima collaborazione e disponibilita da parte dell’allenatore.

  3. Periodo speciale. La maggiore brillantezza degli atleti si ripercuote immediatamente sulla possibilità di compiere un lavoro tecnico di maggiore qualità ed efficacia.

  4. Periodo agonistico. È il momento in cui si ha il raggiungimento ed il mantenimento della massima condizione fisica e coincide con il campionato e le partite di maggior rilievo.

  5. Periodo di transizione. Negli sport di squadra questo periodo coincide con la pausa fra la stagione appena conclusa e quella che dovrà cominciare.

VALUTAZIONE DELLE QUALITÀ FISICHE E DELLO STATO DI FORMA

Repeated sprint ability (RSA): capacità di ripetere sprint nel tempo.

Sprint sui 30 e 60 metri: verifica la capacità di accelerazione e di forza veloce degli arti inferiori.

Test dei piegamenti sulle braccia: verifica lo stato di forma dei muscoli bicipite e tricipite brachiale, deltoide, pettorali e trapezio.

Test navetta per la valutazione della resistenza specifica.

Test di Cooper per la valutazione della capacità di resistenza generale dell’atleta.

Altri test.

Determinazione del carico massimo dell’atleta (CM) attraverso il metodo diretto e/o la Formula di Brzycki per l’impostazione dell’allenamento della forza in palestra, con particolare attenzione alla forza esplosiva e veloce:

  1. girata

  2. squat

  3. panca piana

  4. leg curl

  5. leg extention

ORDINE DI UTILIZZO DEI PARAMETRI PER L'INCREMENTO DEI CARICHI DI ALLENAMENTO

1 - VOLUME dei carichi
2 - INTENSITÀ degli stimoli
3 - DURATA degli stimoli
4 - FREQUENZA degli allenamenti
5 - DENSITÀ degli stimoli

ALLENAMENTO DELLA FORZA
Possedere una massa muscolare adeguata è indispensabile per essere più performanti nella fase di lotta, ma anche per essere più protetti durante i placcaggi e gli impatti al suolo. In linea generale, l’allenamento della forza viene attuato attraverso l’utilizzo di sovraccarichi e ciò comporta la conoscenza delle tecniche di pesistica e muscolazione.

ALLENAMENTO DELLA FORZA IN PALESTRA
Nella formazione del giocatore di rugby gli esercizi pesistici complessi rivestono un’importanza sempre maggiore.
Esempi:

  1. squat: completo, profondo, ½, jump …

  2. girata al petto in semiaccosciata

  3. panca

La capacità di utilizzare un bilanciere a corpo libero e di sollevare carichi (anche importanti) seguendo movimenti che coinvolgono contemporaneamente più gruppi muscolari, permette un miglioramento più rapido della forza e si rivela più utile nella specificità di questo sport rispetto agli esercizi che isolano un gruppo muscolare.
Questi esercizi hanno forti influenze anche sull’equilibrio e la coordinazione intramuscolare.

ESEMPI DI ALLENAMENTO DELLA FORZA IN CAMPO
Esercizi isometrici
Balzi: lungo da fermo, triplo, pliometria (leggera)
Esercizi con utilizzo del carico naturale
Lanci delle palle mediche

LAVORO DI RINFORZO DEI MUSCOLI DORSALI, ADDOMINALI E LOMBARI
Soprattutto per i giovani, riveste particolare importanza il rinforzo della cintura addominale e lombare, nonché il potenziamento dei muscoli dorsali.

REATTIVITÀ
La reattività del giocatore di rugby è direttamente collegata al gioco e si traduce nella capacità di reagire ad un determinato stimolo.

RESISTENZA SPECIFICA NEL RUGBY
Esempi:
- alternanza di fasi di lotta a fasi di corsa;
- contatto con avversario e terreno;
- cambi di senso e direzione.

ALLENAMENTO DELLA RAPIDITÀ DI ACCELLERAZIONE
Vengono usati prevalentemente sprint di metri 30 dai blocchi, ma anche prove più lunghe (m. 50-80), accelerazioni con esecuzione non standard e altri allenamenti integrativi.

A cura di: Lorenzo Boscariol

Bibliografia:
Colosio M. – La costruzione del giocatore sotto il profilo fisico e atletico - Corso allenatori 2° e 3° livello F.I.R. -Tirrenia 20/07/2005
Vinella e Coreno – Corso di rugby – De Vecchi Editore
Girardi L. – Rugby – Libreria dello sport
Guazzaloca A. – La periodizzazione dell’allenamento
Boscariol L. – Appunti di Teoria e Metodologia dell’Allenamento – Lenzi G. UNIFE
Benvenuto F. – La preparazione fisica nel Rugby
Fonti varie

TORNA TORNA

LA TERAPIA GENICA COME DOPING

La terapia genica è definita come il trasferimento di materiale genetico nelle cellule umane per il trattamento o la prevenzione di una malattia o disfunzione. Questo materiale è rappresentato da DNA, RNA o cellule geneticamente modificate. Il principio della terapia genica si basa sull'introduzione all’interno della cellula di un gene terapeutico per compensare il gene assente o sostituire quello anormale. Generalmente viene utilizzato DNA, il quale codifica per una determinata proteina e viene attivato quando raggiunge il nucleo.
A partire dal 1 gennaio 2003 il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha incluso il doping genetico nella lista delle classi di sostanze e metodi proibiti [WADA, 2007]. Nel 2004 WADA ha pubblicato la lista internazionale del doping, che viene aggiornata ogni anno. Il metodo del doping genetico incluso in questa lista è definito come l’uso non terapeutico di cellule, geni, elementi genetici o della modulazione dell'espressione genetica con lo scopo di migliorare le prestazioni atletiche.
La definizione di doping genetico formulata da WADA lascia però spazio a delle domande: cosa significa esattamente non terapeutico? Potranno essere ammessi alle gare i pazienti con disfunzioni muscolari curati attraverso la terapia genica? La stessa considerazione vale per quei pazienti affetti da tumore e che ora ricevono il gene dell’EPO codificante l’eritropoietina per velocizzare il recupero della funzionalità del midollo osseo.
Dal punto di vista clinico sarebbe più opportuno chiarire la definizione di doping genetico alla luce dell’uso improprio delle tecnologie di trasferimento genico.
WADA [sezione M3 del Codice Mondiale Anti-Doping (versione 1 Gennaio, 2007)] ha giustificato il divieto di doping genetico attraverso i seguenti punti: a) prova scientifica, effetto o esperienza farmacologica provati che le sostanze o metodi inclusi nella lista hanno la capacità di aumentare le prestazioni sportive; b) l'uso della sostanza o di un determinato metodo causa un rischio, vero o presunto, per la salute dell'atleta. c) l'utilizzo del doping genetico viola lo spirito dello sport. Questo spirito viene descritto all’interno del Codice in questione, con riferimento ai valori di etica, fair play, onestà, salute, divertimento, allegria e rispetto delle regole.
Al contrario delle terapie sulle cellule somatiche, le alterazioni delle linee germinative sono permanenti e vengono trasmesse alla prole. In questo senso, oltre al problema della salute dell’atleta, esistono anche dei rischi nei confronti di terzi, come posteri e partner.

Il fattore di crescita IGF-1
Il fattore di crescita insulino-simile (IGF-1) viene prodotto sia dal fegato che dal muscolo e la sua concentrazione dipende da quella dell'ormone della crescita umano (hGH).
L'allenamento, suggerisce Sweeney, stimola le cellule precursori dei muscoli, chiamate 'satelliti', ad essere più recettive a IGF-I [Lee S. Barton ER, Sweeney HL, Farrar RP, 2004].
Una isoforma del fattore di crescita insulin-like-1 (IGF-1), il fattore di crescita meccanico (MGF), viene attivata da stimoli meccanici come quelli che si hanno durante l’attività fisica. Questa proteina, oltre a stimolare la crescita del muscolo, ha un importante ruolo nella riparazione del tessuto muscolare leso e quindi potrebbe essere utilizzata dopo un allenamento intensivo o una competizione.

La miostatina
Il normale differenziamento della massa muscolo-scheletrica è di fondamentale importanza per la corretta funzionalità dell'organismo; tale funzione è resa possibile grazie all'azione della miostatina, la proteina responsabile della crescita e del differenziamento dei muscoli.
La miostatina agisce come regolatore negativo inibendo la proliferazione delle cellule satelliti delle fibre muscolari.
Dal punto di vista sperimentale, la miostatina viene utilizzata in vivo per inibire lo sviluppo del muscolo in modelli di mammiferi differenti.
La miostatina è attiva sia con meccanismo autocrino che paracrino, sia a livello del muscolo scheletrico che cardiaco. Il suo ruolo fisiologico non è ancora stato del tutto chiarito, anche se si è visto che l'utilizzo di inibitori della miostatina, quali la follistatina, provocano un aumento drammatico e assai diffuso della massa muscolare [Lee SJ, McPherron AC, 2001]. Dal punto di vista clinico, tali inibitori possono migliorare la condizione rigenerativa dei pazienti che soffrono di gravi malattie come la distrofia muscolare di Duchenne [Bogdanovich S et al., 2002)].
Nel 2005 Se–Jin Lee, della Johns Hopkins University ha messo in evidenza che topi privati del gene della miostatina (topi chiamati knock out) sviluppavano una muscolatura ipertrofica. Questi supertopi erano in grado di salire le scale con grossi pesi attaccati alla coda.
Sempre nel 2005 altri tre gruppi di ricerca hanno dimostrato che il fenotipo del bovino chiamato comunemente “doppio-muscolo” era dovuto ad una mutazione del gene codificante la miostatina [Grobet et al., 1997; Kambadur et al., 1997; McPherron & Lee, 1997].
Recentemente è stata scoperta una mutazione di tipo omozigote mstn -/- in un bambino tedesco che ha sviluppato una straordinaria massa muscolare. La mutazione è stata indicata come l'effetto dell'inibizione dell’espressione del gene codificante la miostatina nell'uomo.
Sia nel caso del topo, che in quello del bambino, si è avuto un incremento della sezione traversa del muscolo (ipertrofia) e un aumento del numero di miofibrille (iperplasia) [McPherron et al., 1997].

Conclusioni
Attualmente la terapia genetica viene somministrata in ambienti ben controllati ed i vettori utilizzati per il trasferimento genico sono prodotti in laboratori certificatati, ove vengono ampiamente testati. Se la terapia genica fosse utilizzata per migliorare la performance, molto probabilmente i rischi aumenterebbero considerevolmente a causa della mancanza di tutte le norme di sicurezza sanitaria necessarie.
Infine, un altro rischio legato all’utilizzo di farmaci o geni in grado di migliorare la prestazione è dato dal fatto che questi prodotti di ingegneria farmacogenetica vengono studiati e sperimentati per curare le persone malate e non per aumentare le prestazioni di quelle sane come gli atleti.

FONTE: Articolo tratto dalla Tesi di Laurea di Lorenzo Boscariol: Il Doping Genetico – Sezione di Biologia e Genetica umana.

TORNA TORNA


IL GIOCO

Come preparare un gioco
La prima cosa da fare quando si vuole preparare un gioco è quella di conoscere e valutare le caratteristiche individuali e di gruppo dei bambini: il numero degli allievi, l’età, gli eventuali gruppi misti, il temperamento, ecc.
Dopo aver analizzato la situazione di partenza, è importante conoscere la quantità e la qualità delle attrezzature presenti nella struttura dove dobbiamo operare.
Dal punto di vista organizzativo, è necessario non improvvisare mai durante le lezioni: la programmazione iniziale è di fondamentale importanza affinchè vada tutto per il verso giusto. Durante la programmazione iniziale è importante pensare alle finalità del gioco: per esempio lo sviluppo della capacità di collaborare tra i compagni, l’incremento del lavoro sui fondamentali tecnici individuali, ecc.
È buona regola prendere in considerazione i suggerimenti dei bambini, senza però lasciar loro la libertà di scegliere il tipo di gioco da effettuarsi: quasi sempre la loro scelta ricadrà soltanto su alcuni tipi di gioco, escludendone, di fatto, altri.
Durante la lezione, non creare intervalli che distolgano l’attenzione ed il clima dei ragazzi.
Proporre sempre giochi diversi, avendo cura, quindi, di non presentare giochi simili in successione.
Se possibile, accentuare lo spettacolo del gioco attraverso “stratagemmi” particolari: personaggi ed ambientazioni fantastiche, trucchi di vario genere, animazioni, ecc.

Come spiegare un gioco
Non è mai stato semplice spiegare un gioco ad un bambino, vuoi perchè si distrae facilmente, vuoi perché alcuni termini possono risultargli pressoché incomprensibili. In questo senso è importante utilizzare parole semplici ed in grado di essere comprese facilmente dal bambino.
Prima di iniziare la spiegazione del gioco è necessario far sedere i bambini per aumentare la loro ricettività nei confronti delle nostre spiegazioni. A tale proposito è importante che alcune coppie (o gruppi) di bambini non stiano sedute assieme, per evitare che si distraggano in continuazione, arrecando disturbo non solo a se stesse, ma anche al resto del gruppo.
All’inizio della spiegazione l’insegnante dovrà evidenziare le finalità del gioco, partendo dalle regole e dalle informazioni più importanti, per concludere con quelle di minore rilevanza.
La spiegazione del gioco deve avvenire nel minor tempo possibile, per evitare che i bambini inizino a stancarsi e distrarsi. In questo senso è necessario presentare il gioco con entusiasmo, per coinvolgere un numero maggiore possibile di bambini.
È importante indicare chiaramente il tempo di svolgimento del gioco, soprattutto se si tratta di giochi a tempo.
Le domande di chiarimento da parte dei bambini devono essere effettuate esclusivamente dopo che l’insegnante ha finito di spiegare il gioco, avendo cura di rispondere solo a quelle di maggior interesse per il gruppo e che possono realmente chiarire il concetto al bambino.
Provare il gioco ed eventualmente aggiungere delle regole accessorie per correggere gli errori.

Come gestire un gioco
Le 10 regole per gestire un gioco:

  1. dare il “via” sapendo che da questo momento in poi non è più possibile aggiungere delle nuove regole;
  2. avere ben chiaro in testa lo svolgimento del gioco, in modo tale da risolvere rapidamente eventuali problemi e contestazioni, sulla base di criteri uguali per tutti;
  3. pretendere il rispetto delle regole senza accettare ritardi, volgarità, grossolanità, battibecchi e slealtà;
  4. abituare i ragazzi a non discutere durante il gioco;
  5. massima attenzione e ricettività da parte dell’insegnante nei confronti dello svolgimento del gioco, senza farsi distrarre da eventuali altri eventi futili;
  6. estrema imparzialità: i ragazzi lo notano subito;
  7. animare, incoraggiare e far divertire i bambini;
  8. fate in modo che i bambini non siano trasportati troppo dall’agonismo;
  9. non responsabilizzare troppo i ragazzi più grandi come caposquadra;
  10. al termine del gioco cercate di recuperare coloro che si sono arrabbiati, aiutandoli a scoprire e comprendere i perché del loro atteggiamento.

 

A cura di Lorenzo Boscariol

TORNA TORNA